Un anno dopo..

Un anno dopo aver raccontato di come spesso la solitudine sia sottovalutata mi ritrovo a scrivere, perché ho finalmente tempo e soprattutto voglia di  raccontare un amore breve ma intenso,un amore ,che almeno da parte mia, è stato di quegli amori con la A maiuscola, di quelli che se ci ripensi ti si stringe lo stomaco,ti manca il fiato o a cui semplicemente non hai bisogno di ripensarci,perché in realtà non ti abbandona mai davvero, è sempre lì in un angolino della tua testa,del tuo cuore.

Ero nel pieno della mia solitudine vissuta con consapevolezza, felicità,ero padrona della mia vita,delle mie scelte,ma con qualcosa in meno,solo allora non lo sapevo ancora,quando G. è entrato nella mia vita. Allora ero gelosa del mio status di single, ero diffidente nei confronti delle relazioni,ma soprattutto nei confronti del genere maschile, quando è arrivato G. . Ci ha messo un mese per trovare il momento più adatto per entrare nella mia vita in punta di piedi, con discrezione ma allo stesso tempo con determinazione,e alla fine dopo un mese di tentativi e di “No, poi vediamo” è riuscito ad aprire un piccolo varco nel mio muro altissimo. Nei mesi ha avuto la capacità di far cadere pian piano quel muro,e allo stesso tempo ha cercato di affrontare i suoi fantasmi. In quei pochi mesi,solo quattro, non abbiamo semplicemente condiviso la nostra quotidianità,il tempo, abbiamo condiviso le nostre vite, i nostri dubbi, le nostre paure, ed ogni attimo libero era buono per un bacio al volo,per un abbraccio,un sorriso. Abbiamo imparato ad apprezzare il silenzio della notte passata abbracciati a guardare fuori una finestra, insieme, la spontaneità di un abbraccio o di un bacio dato in un un posto affollato,che per qualcuno è un’ovvietà,ma per noi che romantici e dolci lo eravamo essenzialmente in privato, così ovvio non era, abbiamo imparato in pochi mesi ad avere l’altro come priorità, ed è scontato e inutile dire quanto tutto ciò fosse bellissimo. Però arriva un momento in cui ci si trova a fare i conti con il proprio passato,con i propri limiti, con i propri muri,con le proprie ansie, e ognuno di noi ha tempi e modi diversi nel fare ciò, ed è lì l’inganno.

Quando si è felici insieme si pensa poco al resto, si pensa poco a come l’altro abbia tempi diversi, ed è esattamente quello il momento in cui si rischia di far precipitare tutto, ed è esattamente quello l’errore che ho fatto io,e che credo non ripeterò più. Ero talmente felice, sicura di quel noi,che poi si è mostrato essere evanescente, che non mi sono minimamente preoccupata che G. avesse bisogno di più tempo, di meno ansie scaraventategli addosso all’improvviso. Ero felice, innamorata e avevo bisogno di dirglielo, avevo bisogno del suo punto di vista,perché fino a quel momento era così che era andata, volevo avere un confronto costruttivo con lui sul mio amore nei suoi confronti, semplicemente il confronto c’è stato, solo è stato distruttivo, una vera e propria fuga di lui.

Il mio non pensare minimamente alle conseguenze ha distrutto tutto in un secondo, la mia felicità si è trasformata in ansia,rabbia, la mia paura più grande, l’abbandono, ha preso la forma della persona che fino a quel momento credevo avrebbe lottato anche nel fuoco per me, e di lì la mia sicurezza ha iniziato a vacillare, così come la mia razionalità, e forse è anche normale in queste situazioni.

Dopo che lui ha realizzato e dato forma alla mia paura più grande, gli ho vomitato addosso rabbia,paura che forse con noi centravano poco, nella speranza che la persona che credevo mi conoscesse potesse capire,ma così non è stato. Al contrario la situazione è peggiorata, e l’unica piccola speranza che avevo che lui potesse cambiare idea,l’ho bruciata malamente,facendolo scappare e facendolo arrivare alla conclusione che forse lui “le farfalle nello stomaco non le aveva mai sentite” , e molto probabilmente è vero, ma non per il motivo che crede lui.

La verità è che quando si cresce alle farfalle nello stomaco non ci si fa più caso, perché da piccini quante volte abbiamo sentito le farfalle nello stomaco nonostante non fosse “la persona giusta”. Quando si cresce non capisci subito di amare qualcuno, semplicemente sei lì disilluso e allo stesso tempo curioso di vedere come andrà a finire l’ennesima storia,e poi nel vivere passivamente,almeno all’inizio, quelle storie, arriva il G. di turno, quella persona dannatamente perfetta per te, con cui inizi davvero a vedere un futuro, con cui sei semplicemente impegnato a vivere la storia che alle farfalle nello stomaco non ci fai più caso. Solo per prendere coscienza che una storia matura ,e che merita di essere vissuta,va oltre le farfalle nello stomaco , va oltre le paure, va oltre i fantasmi e le questioni irrisolte, bisogna volerlo, volerlo sul serio ed impegnarsi,perché a 25 anni le storie belle non si scrivono da sole, le si scrive insieme con dedizione, lavoro su se stessi e sull’altro, pazienza, ed evidentemente G. questo non voleva farlo, e non gliene si può fare una colpa.

Un anno dopo da questa storia ho imparato che per quanto  qualcuno stia bene con te, nonostante mesi di discussioni e silenzi, per quanto dopo mesi abbia la stessa gioia nel voler condividere e raccontarti parte della sua vita senza di te e sapere della tua di vita, per quanto gli venga spontaneo parlare,scherzare con te come quando eravate insieme, per quanto sia felice di rivederti, se non vuole provare a scrivere un nuovo capitolo della vostra storia , non è giusto forzarlo , perché l’amore vero è anche questo: saper lasciare andare e avere come priorità il bene dell’altro, anche se questo significa chiedersi cosa fa,come sta senza poterlo sapere, alzarsi la mattina e andare a dormire la sera con un po’ di malinconia per la sua assenza, aver voglia di raccontargli un episodio buffo o triste della nostra vita e non poterlo fare, o semplicemente non poter passare una serata abbracciati con lui sul divano. All’inizio è pesante, ma dopo ci si abitua e ci si augura che avendo assecondato le sue volontà ,per quanto sembri assurdo, stupido e da incoscienti sputare in faccia al destino che vi ha fatti incontrare, almeno lui sia felice più di quanto non fosse quando eravate insieme, perché se così non fosse vorrebbe dire che è semplicemente tonto, e che a quel punto ci è andata bene e si è scansato un fosso!

F.

 

 

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